Johann Sebastian Bach - Vita

Lipsia I (1723-1727)

Il cantorato di Lipsia

La successione al cantorato di Lipsia, morto Kuhnau ai primi di giugno del 1722, fu faccenda piuttosto lunga: concorse Telemann, che però, ottenuto il posto, fece sapere a novembre che restava ad Amburgo, dove ricevette un ragguardevole aumento di stipendio. Il cantorato venne assegnato a Graupner nel gennaio del 23 ma anche questi rinunciò, perché non ottenne le necessarie dimissioni dal precedente impiego. Intanto era stato ufficialmente invitato al concorso Bach, che presentò a febbraio una sua cantata (o due: certamente la 22 e forse la 23). Nel Consiglio del 22 aprile del 1723 il posto gli venne definitivamente assegnato. Bach passò dunque da Capellmeister a Cöthen a Cantor a Lipsia, un passaggio che difficilmente può essere visto come un miglioramento: lì un buon stipendio fisso, al servizio di un principe e con una buona orchestra a disposizione, orari di lavoro praticamente a piacere e assoluta libertà creativa; qui un basso stipendio base, al servizio di ben cinque (!) petulanti autorità cittadine, spesso in contrasto tra di loro, senza un'orchestra degna di questo nome e anzi con l'obbligo di istruire alla musica vocale e strumentale i ragazzi della scuola, orfani o molto poveri. Inoltre gli orari di lavoro erano talvolta massacranti (la domenica si iniziava alle 5!) e c'erano pure limiti alla creatività: in un punto del contratto si stabilisce che la musica non deve essere troppo lunga né avere le caratteristiche della musica teatrale. Insomma, non sembra un buono scambio: perché Bach va a Lipsia?

Perché Lipsia?

È bene sgombrare subito il campo dalle balle che spesso si sentono sulla scelta di Bach di abbandonare la calvinista Cöthen per la luterana Lipsia e che si riducono a due, colossali, spesso enunciate insieme, secondo il ben noto metodo delle boiate convergenti:

Sgombrato così il campo dalle balle che si dicono e - purtroppo - si continuano stolidamente a ripetere, resta però la domanda: perché Bach va a Lipsia? Una possibile, parziale risposta è che la città poteva garantire l'istruzione universitaria ai figli, ma probabilmente il motivo principale deve ricercarsi nella sicurezza del posto: Bach "ha già misurato, chissà da quanto, la sproporzione tra gl'introiti del principato [di Cöthen] e le percentuali che si spendono nella sua organizzazione musicale. Non vuole che la baracca gli caschi, un giorno o l'altro, addosso, e preferisce prevenire i tempi" (Buscaroli, p. 629).
Inoltre, Bach a Lipsia viene nominato dal Consiglio non solo Cantor, ma anche Director Musices della città, termine forse traducibile con 'direttore artistico'; questa carica "si sarebbe gonfiata di responsabilità e contenuti nuovi, via via che la fede nella missione divina della musica si sgretolava, per riorganizzarsi nell'ordine edonistico e civico del pubblico concerto. Bach [...] capì che se la funzione del Cantor rimpiccioliva, cresceva quella del Director Musices, che si sarebbe fusa, perfino superandola, con l'antica dignità del Capellmeister" (Buscaroli, p. 645).
Dopo esser stato Capellmeister del piccolo principato di Cöthen, forse Bach intendeva dare lustro musicale ad una grande città. Oggi si tende erroneamente a considerarlo solo come autore di musiche per la chiesa, ma in effetti Bach dal 1727 fino alla morte sarà (e si sentirà) più Director Musices di Lipsia che Cantor, come vedremo.

C'è poi un'altra frottola in giro: si racconta (seriamente, perfino!) che dopo i tentativi andati a vuoto con Telemann e Graupner, il Consiglio di Lipsia fosse orientato ad accontentarsi di un maestro 'mediocre', e scegliesse infine Bach. Falso. Innanzitutto Bach non venne invitato prima perché sia Telemann che Graupner, oltre alla notorietà - che avevano in comune con Bach -, contavano su di un passato attivo nella vita musicale cittadina: è ovvio che venissero invitati per primi. Più specificamente, in relazione al termine 'mediocre', bisogna sapere che i musicisti più in vista tendevano a far eliminare dalle incombenze del Cantor le ore di insegnamento e in questo contesto va letta la frase incriminata del consigliere Platz nel consiglio del 9 aprile 1723: se, a causa dell'insegnamento, "non è proprio possibile avere i migliori, converrà assumere un mediocre; pare che ce ne sia uno di Pirna, di cui gli hanno detto un gran bene" (citato da Buscaroli, p. 624). Il mediocre è in questo caso quello di Pirna, non certo Bach, anzi implicitamente annoverato tra i migliori. Purtroppo poi Bach accetterà anche le ore di insegnamento, anche se insegnerà sempre di malavoglia, cosa che gli attirerà le ire non sempre ingiustificate dei superiori. Del resto, già ad Arnstadt, ventunenne organista, trascurava i suoi doveri di insegnante; non sarà certo migliorato ora, quarantenne Capellmeister...
Al di là delle diatribe con le autorità, la statura artistica di Bach fu subito evidente: dalla prova di febbraio alla cantata inaugurale del 30 maggio 1723 nella chiesa di S. Nicola (BWV 75) e poi per anni a venire la musica di Bach non lasciò mai indifferenti: "chi continua a sollecitare la commiserazione dei suoi lettori sul Cantor malgradito alle autorità e misconosciuto come artista, perpetua l'incomprensione con rinnovato falso" (Buscaroli, p. 664).

Cantor (1723-1727)

Bach giunse a Lipsia il 22 maggio del 1723, accompagnato da quattro carri di mobilia e dalla famiglia, che prese posto in due carrozze: erano in otto, Bach, la giovane sposa con la sua prima figlia, neonata, i quattro figli di Maria Barbara e la sorella di lei, che vivrà con la famiglia di Johann Sebastian fino alla morte, nel 1729. Alloggiarono nell'abitazione della scuola di S. Tommaso, un appartamento di sei stanze al primo piano, appena rinnovato.
Come già anticipato, per i primi anni di servizio Bach lavorò alcremente per la chiesa, producendo fino al gennaio del 1726 quasi una cantata alla settimana. Inoltre a Natale del 23 eseguì la prima versione del Magnificat (BWV 243a)
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e nel venerdì santo del 1724 la prima versione della Passione secondo S. Giovanni (BWV 245). In occasione di questa esecuzione si ebbe il primo contrasto tra Bach e le autorità cittadine: quell'anno l'esecuzione della passione doveva avvenire nella chiesa di S. Nicola ma Bach, di testa sua, fece stampare l'avviso che l'esecuzione sarebbe avvenuta a S. Tommaso, da poco restaurata e logisticamente più adatta. Inoltre, il cembalo della chiesa di S. Nicola era guasto (tra parentesi, questo significa che il cembalo gli serviva anche per la musica da chiesa, anche se oggi i sedicenti 'filologi' ne vietano l'uso). Ma il Consiglio Comunale intende farsi rispettare e intima a Bach di eseguire la passione a S. Nicola, di far riparare il cembalo e di avvertire la popolazione con un avviso, a spese del Consiglio. E sentite cosa fa stampare Bach, a spese del Consiglio (citato da Buscaroli, p. 712):

Dopo che i libretti della Passione erano già bell'e stampati, venne al nobilissimo e sapientissimo Consiglio la bella idea che l'esecuzione di venerdì abbia luogo, a Dio piacendo, nella Chiesa di S. Nicola [...]

Piuttosto indisponente, direi... Sarà il soprintendente della Diocesi di Lipsia a redarguirlo e a farsi promettere che in futuro "starà più attento".
Prima ancora dell'insediamento ufficiale di Bach si erano inoltre poste le premesse per un altro conflitto: il rettore dell'università, a causa dei tempi lunghi per la nomina del nuovo Cantor, si era deciso a nominare un suo Direttore musicale (Johann G. Görner), cui affidare parte del servizio per la chiesa dell'università, S. Paolo. Bach cercherà in seguito, anche presso la corte di Sassonia, a Dresda, di farsi rendere questo ufficio, ma senza successo. Come risultato, dal gennaio del 1726 Bach si disinteresserà completamente della chiesa dell'università. È comunque notevole che, se dal punto di vista diciamo 'burocratico', il direttore musicale dell'università fosse Görner, la stessa università, quando si trattava di far comporre musiche per i propri docenti o per eventi relativi a componenti la famiglia reale, si rivolgesse spesso (lo vedremo) a Bach, pagandolo a parte: chiara evidenza della fama e della riconosciuta superiorità del nostro.
Poco dopo l'esecuzione della Passione secondo S. Giovanni (BWV 245), avvenuta il 7 aprile del 1724 e dalla quale ascoltiamo l'attacco del coro iniziale della versione che è giunta fino a noi
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, Bach inizia a scrivere una lunga serie di capolavori, una quarantina di cantate dette 'su Corale', inaugurate l'11 giugno con la BWV 20 e proseguita settimanalmente fino al 2 febbraio 1725, quando la serie termina con la BWV 127. Nei formidabili cori iniziali di queste cantate si sente il modello della Fantasia sul Corale 'O Mensch, bewein dein Sünde groß'
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degli anni di Weimar e che, posta nel 1724 all'inizio della Passione secondo S. Giovanni, noi ora conosciamo come conclusione della prima parte della Passione secondo S. Matteo (BWV 244). Questi cori sono dei colossali movimenti sinfonici dove "l'ars antiqua del Corale viene assunta come colorito patetico in poderose strutture sinfoniche provviste di finalità e dinamismo propri e indipendenti" (Buscaroli, p. 700). Ho parlato di capolavori, e lo sono, davvero. Come si fa a scegliere cosa far sentire, mutilo oltretutto? E quali scegliere tra le decine di arie, che risentono della cristallina scrittura cameristica di Cöthen oltre che dei modi dell'opera italiana, in particolare nella forma dell'Aria col da capo? La scelta è praticamente impossibile, ma rinnovando le mie scuse per quest'operazione da filibustiere, mi lancio in una piccola selezione, naturalmente inadeguata ed inevitabilmente pure un po' idiota...
Come cori iniziali, sentiamo l'inizio di quelli dalle cantate Wer nur den lieben Gott lässt walten (BWV 93)
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e da Liebster Gott, wann werd ich sterben (BWV 8)
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, dalla quale voglio far sentire anche questo incredibile recitativo
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. In questo coro, da Ach wie flüchtig, ach wie nichtig (BWV 26)
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, la melodia del corale è affidata ai soli soprani, mentre le altre voci contribuiscono al movimento indipendente dell'orchestra. Il corale Nun komm, der Heiden Heiland l'abbiamo già sentito, sia all'organo che in una cantata del periodo di Weimar. Qui lo sentiamo in una elaborazione del dicembre 1724 (dalla cantata omonima, BWV 62)
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. Ecco un Bach festoso, dalla cantata Jesu, nun sei gepreiset (BWV 41)
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. Ma Bach sa essere anche molto dolce, quasi danzante, come in Schmücke dich, o liebe Seele (BWV 180)
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. L'ho detto, capolavori.
E le arie? Per flauto (da BWV 113)
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, per viola (da BWV 5)
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, per 2 violini (da BWV 7)
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, per 3 oboi (da BWV 26)
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e ancora duetti (da BWV 3)
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, terzetti (da BWV 38)
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... Beh, basta!
Nonostante la fitta produzione sacra, Bach è attivo anche in altri campi: nel luglio del 1724 lo ritroviamo a Cöthen, con Anna Magdalena ed altri musicisti, anche se non sappiamo per quale occasione; nel febbraio del 25 è a Weissenfels per una nuova cantata in onore del compleanno del duca (BWV 249a), cantata che diventerà, dopo poche settimane, una cantata per la Pasqua (BWV 249) ma che a mio avviso non riesce a scrollarsi di dosso l'eredità profana: i primi tre movimenti sono praticamente un concerto che Buscaroli chiama Settimo Brandenburghese: sentiamone l'inizio
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. Nella primavera e nell'estate dello stesso anno compone altre due cantate profane per il compleanno di due professori dell'università. Queste due cantate sono entrambe interessanti, per motivi opposti: la prima Schwingt freudig euch empor (BWV 36c)
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avrà lunga carriera: nata, come detto, nella primavera del 1725, verrà utilizzata anche l'anno seguente per il compleanno della principessa di Cöthen, seconda moglie di Leopold. Nel 1731 verrà impiegata come cantata sacra, per poi tornare a rivestire panni profani nel 1735, in onore del nuovo rettore dell'università. Bella carriera, negata invece all'altra cantata profana del 1725, Zerreißet, zersprenget, zertrümmert die Gruft (BWV 205)
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, un capolavoro profano che supera in lunghezza tutte le cantate sacre e sorpassa in ricchezza strumentale perfino il Magnificat: è musica talmente profana che Bach non riuscì a riutilizzarla in chiesa... ne fece però un'altra versione profana, nel 1734, in onore del nuovo Re di Polonia ed Elettore di Sassonia.
In questo 1725 è documentata un'altra sortita di Bach al di fuori della chiesa, un viaggio nella capitale Dresda dove, a settembre, tenne un applaudito concerto d'organo.
Dopo la serie delle cantate su corale, Bach continua produrre cantate sacre fino al 9 febbraio del 1727, anche se decisamente con minor frequenza. Molte di queste cantate sono parodie di precedenti lavori orchestrali, come ad esempio Ich geh und suche mit Verlangen (BWV 49) la cui Sinfonia iniziale
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è ripresa dal terzo tempo del Concerto per clavicembalo e archi in mi maggiore (BVW 1053)
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. Dopo questa data prepara per Pasqua la Passione secondo S. Matteo (BWV 244) eseguita l'11 aprile del 1727, anche se spesso si dice, perpetuando un errore che data dall'esecuzione diretta da Mendelssohn nel 1829, che la prima avvenisse due anni più tardi. Anche questa grandiosa opera è in parte frutto di rielaborazioni di brani precedenti ma, come spesso in Bach, il tutto è maggiore della somma delle parti. Naturalmente anche in questo caso una selezione di brani mutili è un'idiozia che, idiotamente e diligentemente, mi accingo a compiere: sentiamo l'inizio del coro iniziale (doppio, che rappresenta la folla che si dirige al Calvario) cui Bach ha aggiunto un terzo coro di soprani che declama il corale O Lamm Gottes, unschuldig
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. Sentiamo ora un brano del Vangelo, la cena di Betania (Mt 26, 6-13): l'evangelista è il tenore, ed esegue un recitativo secco, cioè col solo accompagnamento del basso; l'intervento dei discepoli è realizzato con un coro, mentre le parole di Cristo (basso) sono realizzate - come sempre in questa Passione - con un recitativo accompagnato dagli archi
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. Oltre alle parole del Vangelo in una Passione ci sono anche momenti lirici, realizzati con arie e corali: subito dopo le parole di Cristo che abbiamo appena ascoltato Bach pone un altro meraviglioso recitativo accompagnato cui segue un'aria
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. Non posso certo fare ascoltare tutta la Passione (sono circa tre ore di musica...) quindi, facendo un bel salto, sentiamo l'inizio dell'aria che commenta il tradimento di Pietro
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. L'invocazione di Cristo sulla croce 'Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?' (in aramaico in Matteo 27, 46: 'Elì, Elì, lemà sabactàni?')
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è realizzata senza gli archi che finora hanno sempre accompagnato le parole di Gesù. Questo è il corale che rappresenta la folla, attonita ai piedi della croce
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, per finire con questo stupendo recitativo con coro che augura la 'buona notte' a Gesù
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. Non mi sembra necessario essere credenti per commuoversi...
Ma nonostante questa fitta produzione di capolavori (o forse anche a causa sua? Pur non avendo certezze, non si può sottovalutare la consapevolezza in Bach di un possibile inaridimento della creatività...), è ormai evidente che Bach non ha più interesse nello scrivere musica per la chiesa: nel 1727 scriverà ancora solo una cantata sacra (!), 4 nel 1728, 5 nel 29 e, negli undici anni dal 1730 al 40, una quindicina. Poi più nulla. La produzione di musica per la chiesa evapora dai suoi pensieri. Personalmente penso che Bach in cuor suo abbia dismesso nella primavera del 1727 i panni del Cantor, che i suoi attaccaticci tutori postumi continuano ad affibbiargli per tutta la vita, e cominci a sentirsi unicamente Director Musices della città di Lipsia, oltre che Capellmeister di Cöthen, prima, e di Weissenfels poi, dal febbraio del 1729, dopo la morte di Leopold di Cöthen, avvenuta il 19 novembre 1728, titoli coi quali si firmerà sempre.



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