Altro che luterano di ferro e Cantor a vita come lo vorrebbero i suoi pestiferi biografi (evidentemente ignoranti, o in malafede): a vita Bach - e lo dice lui stesso, e lo abbiamo appena letto - sarebbe volentieri restato a Cöthen, tra i calvinisti, a comporre concerti e musica da camera, senza scrivere neppure una riga di musica per la chiesa! È diventato Cantor a contraggenio, e dopo 7 anni vuole scappare! Purtroppo non riuscirà a trovare un altro posto, ma fortunatamente proprio nell'agosto di quel 1730 viene eletto rettore della scuola di S. Tommaso J. M. Gesner, filologo e grande riformatore degli studi classici, che Bach conosceva dai tempi di Weimar. "Per la prima e forse sola volta nella vita di Bach, si dette il caso, rarissimo nella storia del lavoro umano, di un superiore gerarchico che, riconoscendo in un sottoposto una natura e doti fuori del comune, si adoperò per rendergli meno duro l'adattamento necessario alla vita comune" (Buscaroli, p. 850). Nei quattro anni di rettorato di Gesner non ci sono grandi problemi con il Consiglio, le cui ire dovettero venire smussate dal nuovo rettore.
Nel 1731 Bach completa le sei Partite per clavicembalo e le pubblica nell'OPUS I, la Clavier Übung (Esercizi per tastiera), parte prima
, come già detto all'inizio di questa pagina, e delle quali riproduco in
nota il frontespizio per farne osservare la firma: sotto il nome leggiamo 'Hochfürstl: Sächsisch-Weisenfelsischen würcklichen Capellmeistern und Directore Chori Musici Lipsiensis'. Niente Cantor, ma piuttosto la reiterazione (con quel 'würcklichen', cioè 'effettivo') del titolo che più gli premeva: Capellmeister.
A settembre dello stesso anno tiene un concerto d'organo a Dresda dove assiste anche alla prima rappresentazione della
Cleofide di Hasse, operista e direttore musicale di corte che, insieme alla moglie, nota cantante, guadagna qualcosa come 12.000 talleri l'anno, circa 17 annualità di Bach! Mica male essere alla moda, allora come ora: unico pegno, la mancata immortalità... chi è oggi Hasse di fronte a Bach? Attenzione, però: non si deve credere che quelli di Hasse e della moglie fossero degli stipendi 'normali': normale era lo stipendio di Bach, che nella lettera a Erdmann dice di guadagnare 700 talleri l'anno, e la stessa cifra guadagnava Telemann ad Amburgo. Sono gli Hasse che guadagnano 'troppo', un po' come alcuni calciatori o attori di oggi.
Almeno dal 1732, con il Collegium Musicum, vediamo Bach impegnato in un'attività che difficilmente riusciamo a conciliare con l'immagine (non per niente falsa) del pio Cantor, trotterellante tra ombrose navate, per usare una simpatica espressione di Buscaroli: il Collegium si esibiva settimanalmente (due volte alla settimana durante le fiere) nei Caffè eleganti di Lipsia, nati ad opera di un intraprendente imprenditore, tal Gottfried Zimmermann, che si arricchì offrendo la bevanda, che allora era una vera novità, alla nascente borghesia lipsiense. Che il caffè fosse qualcosa di speciale è testimoniato anche dal fatto che lo stesso Bach scriverà su questa nuova moda una cantata, detta appunto
del caffè (BWV 211)
, uno dei più decisi accostamenti di Bach all'opera buffa.
Non si sa se i vari concerti per clavicembalo siano nati per queste occasioni o se siano trascrizioni di precedenti lavori di Cöthen, come molti studiosi pretendono: certo è che vennero eseguiti in queste occasioni, insieme ad opere di altri autori e di cui nulla sappiamo perché i programmi di quei concerti sono tutti persi. Sentiamo qualcosa per uno
, due
, tre
, fino a quattro
cembali (quest'ultimo trascritto dal concerto Op. 3, N. 10 di Vivaldi), dove Bach avrà suonato e diretto, presumibilmente assai soddisfatto,
insieme ai suoi tre figli (e di Maria Barbara), tutti formidabili cembalisti: Wilhelm Friedmann, Carl Philipp Emanuel e Johann Gottfried Bernhard. Con questi concerti Bach svincola del tutto il clavicembalo dal suo normale ruolo subalterno di realizzatore del basso continuo, continuando la strada aperta col
Quinto Brandenburghese e che sfocerà nel concerto per pianoforte e orchestra. Restano 14 di questi concerti che, sinceramente, mi sembrano pochi per un impegno così costante col Collegium Musicum: non ho alcuna certezza in merito, ma mi sembra ragionevole pensare che molti simili concerti, magari trascrizioni di opere sue o di altri autori, siano andati persi.
Nel febbraio del 1733 muore Augusto il Forte e suo figlio gli succede sia come Elettore di Sassonia (col nome di Federico Augusto II) che come Re di Polonia (l'anno seguente, col nome di Augusto III. Mi scuso per la confusione di tutti questi Augusti ma, converrete, non è poi colpa mia...). Bach, forse consapevole che il supporto del rettore Gesner non potrà difenderlo per sempre dal Consiglio (e infatti Gesner lascerà Lipsia nell'autunno del 1734) e presumibilmente alla ricerca di un prestigioso riconoscimento 'mondano' alla sua attività di compositore, cerca di farsi rilasciare il titolo di Capellmeister regio presso la corte di Sassonia a Dresda e comincia una raffica di composizioni ed esecuzioni in onore della famiglia del nuovo Sovrano: inizia con una Messa, composta dalle due parti iniziali (il Kyrie
e il Gloria) di quella che diventerà la splendida Messa in si minore, dedicata al nuovo Sovrano il 27 luglio 1733. Proprio nella dedica di questo lavoro Bach chiede il titolo presso la Cappella di Corte, e poi continua con una notevole quantità di lavori a solennizzare ogni possibile evento della famiglia reale: il 3 agosto dello stesso anno scrive un Dramma per Musica (perduto) per l'onomastico di Augusto, il 5 settembre un altro per il compleanno di suo figlio,
Lasst uns sorgen, lasst uns wachen (BWV 213)
, l'8 dicembre un altro per il compleanno della moglie,
Tönet, ihr Pauken! Erschallet, Trompeten (BWV 214)
, il 19 febbraio 1734 un altro (parodia del
BWV 205) per l'incoronazione di Federico Augusto II a Re di Polonia, il 3 agosto dello stesso anno un altro (perduto) per il suo onomastico e infine, il 5 ottobre 1734, un altro,
Preise dein Glücke, gesegnetes Sachsen (BWV 215)
, particolarmente importante perché il Sovrano è a Lipsia, ad assistere a questa Serata Musicale (tra parentesi, anch'essa commissionata a Bach dall'Università). Anche di questa serata restano cronache che parlano ammiratissime della musica composta dal "Signor Capellmeister Bach". Capellmeister, non Cantor. Ma il titolo 'ufficiale' non arriva. Bach è e rimane Capellmeister della Corte di Weissenfels, e come tale si firma, il 13 agosto 1735, quando esce la II parte della Clavier Übung, le cui due parti - il
Concerto Italiano (BWV 971) e l'
Ouverture Francese (BWV 831) - devono essere riscritture di opere di Weimar (ne avevamo già parlato,
ricordate?), ma sembra non riesca a fregiarsi del titolo, ben più importante, di Capellmeister della corte di Sassonia, fosse anche solo virtuale. Dovrà attendere fino al 1736 quando, dietro presumibile interessamento dell'importante ambasciatore dell'Impero Russo in Sassonia, il barone von Keyserling, grande ammiratore di Bach (e futuro committente delle
Variazioni Goldberg), a Dresda dal dicembre del 1733, riuscirà nell'intento.
È del 19 novembre del 1736 il bramato titolo: d'ora in poi la firma di Bach sarà quella di Compositore della reale maggior Cappella di corte di Polonia, oltre che quella di Director Musices di Lipsia.
Questo titolo arriva per Bach appena in tempo: dopo la partenza di Gesner dal rettorato della scuola di S. Tommaso nell'autunno del 1734 sono incominciati tempi grami per il nostro: il nuovo rettore è un essere piuttosto sgradevole e non si perita (forte anche del fatto che Bach è assai manchevole come Cantor) di minare l'autorità del sottoposto. È appunto del 1736 la cosiddetta 'lite sui prefetti', durante la quale il rettore (tal Ernesti) e Bach si sfidano a vicenda per la nomina dei prefetti, di coloro cioè che dovevano coadiuvare il Cantor nell'esecuzione delle musiche per la chiesa e che Bach, evidentemente in altre faccende affaccendato, teneva a nominare lui, scegliendoli tra gli allievi migliori. Ernesti nomina invece un suo preferito (un 'cane mascalzone' nelle parole - raramente misurate - di Bach), e arriva a minacciare gli studenti che avessero invece obbedito a Bach. La faccenda potrebbe
degenerare, ma Bach ora ha una sorta di protezione superiore, e la fa valere: "dal momento in cui fu concesso il
Praedicat di corte, la guerra civile tra le due ali della Schule scompare dai documenti, s'inabissa. Così come s'inabissa Bach, nei doveri che sente verso se stesso e, ormai si può dirlo, verso la posterità. La rarefazione delle sue presenze nelle carte ufficiali non è segno di 'emarginazione', ma di vittoria.
Semplicemente, Bach ha ottenuto quel che voleva. La tranquillità dello stipendio, senza la controprestazione che detestava" (Buscaroli, p. 934). Secondo me, esagera perfino: "a tal segno trascurò i suoi doveri d'insegnante, che nel 1740 si rese necessaria l'assunzione di un professore di teoria musicale" (Geiringer, citato da Buscaroli, p. 983).
In questi anni di liti con i superiori e di rincorsa al titolo regio, Bach trova anche il tempo di allestire un grande ciclo di Cantate per il Natale del 1734, il cosiddetto Oratorio di Natale (BWV 248), che però non sposta di una virgola quanto detto circa il suo poco interessamento alle musiche da chiesa: tale Oratorio è infatti in gran parte ricavato dalle raffica di cantate dedicate in questo stesso periodo alla corte di Sassonia: ad esempio, tutti i brani che poco fa abbiamo ascoltato dedicati alla famiglia reale vengono in questo Oratorio utilizzati in onore di Gesù bambino con l'aiuto (almeno una volta lo devo citare) del fedele 'librettista' che a Lipsia tante volte si incaricò di 'scrivere dentro' a musiche già utilizzate con altri testi: C. H. Henrici, detto Picander. È inoltre onestamente difficile non riconoscere una forte impronta profana nel coro di apertura
di questo Oratorio, preso di peso dal Dramma per Musica (BWV 214) eseguito l'anno prima per il compleanno della moglie del Sovrano, ed evidentemente nato sulle parole originali "Risuonate timpani, squillate trombe!" e al quale l'"Esultate, giubilate! Su, lodate questi giorni!" della successiva versione di chiesa non mi sembrano stare proprio a pennello, che ne dite?
A suggello del 1736, l'anno che vede finalmente Bach "Compositore regio", c'è un terzo concerto d'organo a Dresda, il primo dicembre, con esito strepitoso. Per questi concerti come pure per i collaudi d'organo (cito qui solo quello di Cassel, nel settembre del 1732, ad opera del "Capellmeister Bach di Lipsia", e non del Cantor...) Bach avrà utilizzato, e in parte riscritto, opere già nate a Weimar e riviste in seguito, come ad esempio il Preludio e fuga in si minore (BWV 544)
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