1 Vedi Maharaj:
(I2 a pag. 43) Anche la pura sussistenza può esser di peso. Se scarti ogni motivazione egoistica appena la scorgi, non avrai bisogno di cercare la verità: sarà essa a trovarti.

























2 Vedi Maharaj:
(I2 a pag. 12) Diciamo che via via che dirigo l'attenzione, divento quello che guardo, e ne assumo la coscienza. Divento l'interno testimone di ciò che guardo. Questa capacità di penetrare punti focali di coscienza diversi dal mio, la chiamo "amore".

























3 Affermazione considerata eretica.
Vedi Maharaj:
(I2 a pag. 38) Distolta dalle sue apprensioni, la mente diventa quieta. Se non disturbi quella quiete e ci stai dentro, scopri che è pervasa da una luce e un amore che non hai mai conosciuto: e tuttavia riconosci all'istante che sono la tua vera natura.

























4 Vedi Maharaj:
(I1 a pag. 194) Trova la scintilla di vita che permea i tessuti del tuo corpo, e sta' con essa. È l'unica realtà che il corpo abbia. Questa scintilla non muore perché è al di là del tempo.
Vedi Maharaj:
(I1 a pag. 148) Se resti immobile, solo osservando, ti avvedi di essere la luce dietro l'osservatore. La fonte della luce è oscura, la fonte della conoscenza è ignota. Solo la fonte è. Torna a quella fonte e dimora lì. Il suo luogo non è il cielo, o l'etere che tutto avvolge. Dio è tutto ciò che è grandioso e splendido; io non sono nulla, non ho, non faccio nulla. Eppure tutto promana da me: la fonte è me; io sono la radice, l'origine.

























5 Vedi Maharaj:
(I2 a pag. 46) Individuale o universale che sia, la coscienza non è però la mia vera dimora, non è mia, né io sono in essa. Sono oltre, sebbene non sia facile descrivere uno stato né conscio né inconscio, ma che sta al di là. Non dico neppure: sono Dio o in Dio, perché Dio è il testimone, la luce e l'amore universale, e io sono persino al di là.

























6 Vedi Maharaj:
(I1 a pag. 44) Ciò che è al di là dell'universo e della coscienza, e che li sostiene, è il Supremo, uno stato di assoluta stabilità e silenzio. Chiunque lo raggiunga, in esso dilegua. Le parole, la mente non lo sfiorano. Se lo chiami Dio o Parabrahman, sappi che sono nomi imposti dalla mente. È il senza-nome, non ha contenuto, è spontaneo e senza sforzo, oltre l'essere, al di là del non-essere.

























7 Vedi Margherita:
(MP, cap. 138) Ora quest'Anima è nell'essere del suo primo essere che è il suo proprio essere, ed ha lasciato tre e fatto di due uno.

























8 Vedi Maharaj:
(I2 a pag. 113) Amare e adorare un Dio è ancora ignoranza. La mia dimora è di là da ogni nozione, per eccelsa che sia.





















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