1
Vedi Maharaj:
(I1 a pag. 112) Non c'è niente di sbagliato nell'idea del corpo né in quella di essere il corpo. Ma confinarsi in un corpo solo è un errore. In realtà, tutto ciò che esiste è mio, ogni forma che s'insedi nella coscienza mi appartiene.
2
Vedi Eckhart:
(E1 a pag. 132) Quando le creature furono e ricevettero il loro essere creato, Dio non era Dio in se stesso, ma era Dio nelle creature.
Vedi Eckhart:
(E1 a pag. 137) Quando io sgorgai da Dio, allora tutte le cose dissero: Dio è. Ma questo non può rendermi beato, perché in questo mi riconosco come creatura.
Vedi Maharaj:
(I1 a pag. 61) Quando vedi il mondo, vedi Dio. Non c'è un vedere Dio, senza il mondo. Al di là del mondo, vedere Dio significa esserlo.
Vedi Margherita:
(MP, cap. 136) Signore, Voi non foste, prima che io da Voi fossi amata.
Vedi Maharaj:
(I2 a pag. 9) Naturalmente, dov'è l'universo c'è anche la sua controparte: che è Dio.
Vedi Maharaj:
(I2 a pag. 75) Quando dici: "io sono", l'intero universo viene alla luce insieme al suo creatore.
3
Vedi Maharaj:
(I1 a pag. 79) Dio è la massima espressione dell'agire; l'illuminato, del non-agire. Dio non ha bisogno di dire "Faccio tutto", perché le cose Gli accadono naturalmente. Per l'illuminato, tutto è opera di Dio; tra Dio e la natura non vede diversità.
4
Con "efflusso" intende la creazione, la nascita nel tempo; con "irruzione" invece intende il ritorno verso (e oltre!) Dio. In altri termini l'"irruzione" si può vedere come la "realizzazione". Altrove, in luogo di "efflusso", parla di "sgorgare":
(E1 a pag. 137) Un grande maestro dice che la sua irruzione è più nobile del suo sgorgare, e questo è vero. Quando io sgorgai da Dio, allora tutte le cose dissero: Dio è. Ma questo non può rendermi beato, perché in questo mi riconosco come creatura. Ma nella irruzione, in cui sono libero del mio proprio volere e del volere di Dio e di tutte le sue opere e di Dio stesso, là io sono al di sopra di tutte le creature, e non sono Dio né creatura, ma piuttosto sono quello che ero, e quello che sarò ora e sempre.
5
Vedi Maharaj:
(I1 a pag. 174) Ogni essere come ogni conoscere è in rapporto a te. Una cosa è perché tu sai che essa è nella tua esperienza o nel tuo essere.
Vedi Maharaj:
(I1 a pag. 195) Ognuno immagina degli "altri" e cerca il nesso con loro. Ma il nesso è colui che cerca.
6
Vedi Maharaj:
(I1 a pag. 74) "Venire", "andare": ancora parole. Io sono. Da dove vengo? Dove vado?
7
Vedi Maharaj:
(I1 a pag. 78) Nella direzione di ritorno domina il puro nulla. La mia dimora è lì, le parole e i pensieri non lo raggiungono.
Vedi Maharaj:
(I1 a pag. 161) Chi è nato prima, tu o il mondo? Finché assegni al mondo il primo posto, ne sei schiavo; non appena ti convinci che il mondo è in te, e non tu nel mondo, ne sei fuori. Ovviamente il tuo corpo resta nel mondo e del mondo, ma non ti inganna più. Tutte le Scritture affermano che prima che il mondo fosse, era il Creatore. Chi conosce il Creatore? Solo colui che era prima di Lui, il tuo vero essere, la fonte di tutti i mondi con i loro Creatori.
8
È il 'qualche' luogo, il 'mio' pane che mi privano di Dio! La povertà è dove non c'è il 'mio', la terra straniera è la mancanza di 'qualche' luogo, forse dello stesso "io" ("Il Figliuol dell'uomo non ha dove posare il capo" [Lc 9, 58]). Vedi Eckhart:
(E1 a pag. 138) Qui Dio non trova alcun luogo nell'uomo, perché l'uomo conquista con questa povertà quel che è stato in eterno, e che sempre sarà.
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