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Johann Gottfried Walther (1684-1748), un cugino di Bach, col quale il nostro strinse amicizia a Weimar. L'influsso di Walther su Bach fu notevole: cito solo il suo interesse per lo stile antico, che Bach coltiverà assiduamente lungo gli ultimi quindici anni della sua esistenza.





















Il parere di Bach sulla matematica può forse dispiacere ad alcuni: in una lettera del figlio Emanuel a Forkel, il primo biografo, leggiamo: "La buonanima non amava affatto, come non le amo io e tutti gli autentici musici, le aride scemenze matematiche" (citato da Buscaroli, p. 1091).





















Johann Mattheson (1681-1764), teorico, critico e compositore tedesco. Intorno al 1722 pubblicò la prima gazzetta musicale tedesca, Critica Musica. Uomo di vastissima cultura, fu uno dei maestri della teoria musicale del suo tempo.





















Sí, la cede, ma in cuor suo la rivuole indietro: nel 1756, insieme alla Francia, alla Russia, alla Svezia e alla Sassonia, scatenerà contro la Prussia la Guerra dei Sette Anni, che Federico tornerà a vincere, solo contro tutti: non si diventa il Grande per niente...





















Federico II era un valente flautista ed anche compositore: sentiamo un brano da una sua sinfonia
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: non sarà originalissimo, ma direi che in giro si sente ben di peggio, no? Federico ha scritto anche alcuni concerti per flauto e oltre 120 sonate per flauto e basso continuo: ma dove lo trovava il tempo? Ripeto: non si diventa il Grande per niente...





















Ecco il tema dettato da Federico II a Bach:
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Tema proposto da Federico II a Bach





















Si dice che i granchi camminino all'incontrario e il nome latino di questi animali (cancer, da cui 'cancrizzante') viene utilizzato per indicare un canone per la cui esecuzione una voce deve venire letta all'incontrario, cioè dall'ultima nota alla prima. Vediamo come Bach ha scritto il canone a due voci che abbiamo appena ascoltato utilizzando apparentemente una sola voce:

Canone 1 a 2, cancrizzante
(ho sostituito le chiavi di soprano dell'originale con quelle di violino)

Avete notato che alla fine c'è quella strana chiave all'incontrario? Indica appunto il fatto che la seconda voce 'nascosta' si ottiene leggendo le note all'incontrario, dall'ultima verso la prima...

Qui si sente la melodia dalla prima nota all'ultima:
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Qui, invece, la si sente dall'ultima nota alla prima:
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Nell'esecuzione, per ottenere le due voci, queste due melodie vengono eseguite contemporaneamente, come abbiamo appena sentito. Inoltre, in quella esecuzione, il canone è stato pure ripetuto con le voci scambiate (cioè chi la prima volta aveva letto le note dall'inizio la seconda volta le legge dalla fine e l'altro esecutore si comporta analogamente).
A proposito di virtuosismo contrappuntistico, nell'Arte della Fuga ci sono due fughe, il Contrapunctus XII e il XIII, che in realtà sono quattro: una prima volta si eseguono come sono scritte, e una seconda volta invertite, dove cioè ogni intervallo ascendente diventa l'equivalente discendente e viceversa...
Bach si divertì molto con simili canoni nell'ultima parte della sua vita, portando alle vette dell'arte anche questa forma che, senza il suo contributo, sarebbe rimasta irrimediabilmente sterile.





















Ecco la 'firma' BACH:
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Firma BACH

Le note si ottengono leggendo le lettere del nome BACH seguendo la notazione in uso in Germania: A=la, B=si bemolle,... fino a G=sol, H=si naturale. Questa notazione è simile a quella in uso nei paesi anglosassoni, dove però la B significa si naturale e l'H non viene usata.





















Il conte von Keyserling era insonne. Si dice che si facesse suonare le 'sue' variazioni Goldberg la notte.





















Ecco il tema dell'Arte della Fuga:
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Tema dell'Arte della Fuga

Le prime note sono, a parte la tonalità, le stesse della Fuga in sol minore (BWV 578) degli anni giovanili, l'avevamo già sentita.





















Un certo cavalier Taylor, presto cacciato dagli stati prussiani da Federico II, e della cui inettitudine dovette fare le spese anche Händel.
























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