1 Vedi Eckhart:
(E2 a pag. 80 segg.) Molta gente crede di dover compiere grosse opere esteriori: digiunare, andare scalzi ed altre cose ancora, che si chiamano opere di penitenza. Ma la vera penitenza, quella migliore, che permette di fare i più grandi progressi, consiste nell'abbandonare completamente tutto ciò che è altro da Dio e dal divino, in se stesso ed in tutte le creature [...] Questa penitenza è uno spirito distaccato da tutte le cose che si rivolge a Dio. Compi dunque coraggiosamente quelle opere che più ti fanno giungere a ciò, ma se, al contrario, qualche opera esteriore - digiuno, veglia, lettura o che sia - è per te un ostacolo, lasciala perdere, senza timore di trascurare così una opera di penitenza.

























2 Vedi Eckhart:
(E2 a pag. 53) [Nella beatitudine l'anima] attinge tutto ciò che essa è nell'abisso di Dio, e non sa niente della conoscenza, né dell'amore, né di quel che sia.

























3 Vedi Eckhart:
(E1 a pag. 162) Un uomo giusto non ha bisogno di Dio. Non ho bisogno di quello che possiedo.

























4 Vedi Eckhart:
(E5, num. 428) Se, dunque, vuoi sapere se la tua opera è divina, guarda se è tua, se ti è propria, ovvero se cerchi o hai di mira te stesso o qualcosa che ti riguarda. Se è così, infatti, è tua, e perciò stesso non è tua, perché non ti è utile, ma ti porta danno per la vita [...] Se dunque è tua, non è tua.

























5 Vedi Eckhart:
(E1 a pag. 155) L'uomo non può offrire a Dio niente di meglio della quiete. Dio non tiene in conto le veglie, i digiuni, le preghiere e le mortificazioni, e non ne ha bisogno, al contrario della quiete. Dio non ha bisogno di altro se non che gli si offra un cuore tranquillo.

























6 Vedi Margherita:
(MP, cap. 10) L'ultimo nome di quest'Anima è: oblio.

























7 Vedi Eckhart:
(E1 a pag. 115) L'anima non ha niente in cui Dio possa parlare, se non l'intelletto. Certe potenze sono così da poco, che Dio non può parlare in esse. Egli parla, ma esse non l'odono. Anche la volontà, in quanto tale, non coglie niente, in nessun modo. Non si percepisce con altra potenza, all'infuori dell'intelletto. La volontà porta unicamente e soltanto all'esterno.
Vedi Eckhart:
(E2 a pag. 183) Io dico che l'intelletto è più nobile della volontà. La volontà coglie Dio sotto la veste della bontà. L'intelletto coglie Dio nella sua nudità, spogliato di bontà e di essere. La bontà è un vestito sotto il quale Dio è nascosto.





















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