Beatus venter, qui te portavit, et ubera, quae suxisti (estratto)




Dal Vangelo su cui voglio predicare prendiamo tre punti. Il primo è questo: "Chi ascolta la parola di Dio e la osserva, è beato" [Lc 11, 28]. Il secondo è questo: "Se il chicco di grano non cade in terra e non vi muore, rimane solo. Ma se cade in terra e vi muore, porta frutto cento volte" [Gv 12, 24 s.]. Il terzo punto è quello che dice Cristo: "Tra i figli nati da corpo di donna nessuno è più grande di Giovanni Battista" [Mt 11, 11]. Tralascio gli ultimi due e parlo del primo punto.
E Cristo disse: "Chi ascolta la parola di Dio e la osserva, è beato". Fate ora attenzione a cosa significa. Il Padre non ode altro che questa Parola, non conosce altro che questa Parola, non proferisce altro che questa Parola, non genera altro che questa Parola. In essa il Padre ode, conosce e genera se stesso, e anche questa Parola e tutte le cose, e la sua Divinità fino al fondo, se stesso secondo natura e questa Parola con la medesima natura in un'altra Persona. Ebbene, fate attenzione al modo di questo proferire! Il Padre proferisce razionalmente in fecondità la sua natura propria totalmente nella sua Parola eterna. Non proferisce la Parola volontariamente, come un atto di volontà, come quando qualcosa è detta o fatta dalla facoltà del volere e, grazie a essa, la si può anche omettere, se si vuole. Non stanno così le cose per il Padre e la sua Parola eterna: anzi, che lo voglia o no, deve proferire questa Parola e generarla incessantemente, giacché essa è con il Padre naturalmente come una radice della Trinità nell'intera natura del Padre, come lo è il Padre stesso. Vedete, per questo il Padre proferisce questa Parola in conformità della sua volontà e non per volontà, conformemente alla sua natura e non per natura. In questa Parola il Padre proferisce il mio spirito, il tuo spirito e lo spirito di ogni uomo, uguale a questa stessa Parola. In questo medesimo proferire tu e io siamo naturalmente figli di Dio come quella stessa Parola. Infatti, come ho detto prima, il Padre non conosce che questa stessa Parola e se stesso e tutta la natura divina e tutte le cose in questa stessa Parola, e tutto quello che vi conosce è uguale alla Parola ed è naturalmente la stessa Parola nella verità. Quando il Padre ti dona e manifesta questa conoscenza, ti dona la sua vita, il suo essere, la sua divinità, completamente, in assoluta verità. In questa vita terrena il padre fisico comunica al figlio la natura, ma non gli dà la propria vita né il suo proprio essere, giacché il figlio ha una vita e un essere diversi da quelli del padre. Lo si capisce da quanto segue: il padre può morire e il figlio vivere, oppure il figlio può morire e il padre vivere. Se avessero entrambi una sola vita e un solo essere, dovrebbero necessanamente vivere o morire insieme, dato che la vita e l'essere di entrambi sarebbero uno solo. Ma non è così. Perciò ciascuno di essi è estraneo all'altro, sono separati l'un l'altro nella vita e nell'essere. Se prendo del fuoco da un luogo e lo metto in un altro luogo, in quanto fuoco è separato, anche se è ugualmente fuoco: uno può bruciare e l'altro spegnersi, o viceversa, e perciò non è né uno né eterno. Ma, come ho detto prima, il Padre celeste ti dona la sua Parola eterna e in questa stessa Parola ti dona la sua vita e il suo essere e la sua Divinità, assolutamente, perché il Padre e il Verbo sono due Persone e una sola vita e un solo essere indiviso. Quando il Padre ti accoglie in questa stessa luce, perché tu conosca e contempli questa luce in questa luce nello stesso modo in cui Egli conosce se stesso e tutte le cose secondo la sua potenza paterna in questa Parola - la stessa Parola secondo ragione e verità, come ho detto -, ti dona anche il potere di generare con Lui stesso te stesso e tutte le cose, e ti dona la sua stessa potenza, proprio come alla Parola stessa. Allora insieme al Padre, nella potenza del Padre, tu generi incessantemente te stesso e tutte le cose in un ora presente(1).
In questa luce, come ho detto, il Padre non conosce alcuna differenza(2) tra te e Lui, né alcun vantaggio, più o meno, che tra Lui e questa stessa Parola. Infatti il Padre e tu stesso e tutte le cose e la Parola stessa sono una cosa sola nella luce(3).



Tratto da Prediche
A cura di Marco Vannini
Arnoldo Mondadori Editore - Milano, 1995
Riprodotto su autorizzazione

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