Richard Wagner
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Richard Wagner creatore

Creatore, non solo musicista: oltre a scrivere la musica e i libretti delle sue opere Wagner, praticamente autodidatta in tutto, è stato terribilmente preciso nel definire ogni particolare dell'esecuzione. Tanto da arrivare a scrivere ad un amico:

"Che i miei lavori si diano o no, è cosa che non m'importa affatto: tutto quello che m'interessa è che essi siano eseguiti secondo la mia concezione. Chi non sa o non vuol farlo, può benissimo lasciarli perdere". (cito da Newman Wagner Nights, Castelvecchi editore 2013, pag. 221)

La chiara affermazione di Wagner e la mia sottolineatura sono rivolte a quei cosiddetti 'registi', 'scenografi' e truppa varia, allestitori ignoranti quanto arroganti, che si ingegnano a rovinare le sue opere con ambientazioni idiote, banalizzandole in un idiota tentativo di attualizzarle. Pretendendo loro, nani ignoranti, di saperne di più. E sì che, usando un'intelligenza che costoro dimostrano di non avere, ci sarebbe molto da fare pur restando fedeli a Wagner.

Quando definisco idiota il tentativo di attualizzare le sue opere intendo dire che Wagner non ha bisogno di essere stupidamente (vedi un po'...) attualizzato. Essendo la sua opera, sia come contenuto puramente artistico che come significato, al di fuori del tempo, cosa accidenti vuoi attualizzare?
E questo non vale naturalmente solo per Wagner e per la musica: vogliamo attualizzare Omero, Dante, Shakespeare? Che faccio, ambiento l'Inferno presso un altoforno e il Paradiso in un resort di lusso alle Bahamas? E il Purgatorio dove lo metto? [...mi par quasi di sentire la voce dell'idiota di turno: "In aeroporto, naturalmente!". Già, in attesa di un volo... Idioti, appunto.]

Stiamo su Wagner: seguendo il grande Giuseppe Sinopoli, mille volte meglio una esecuzione in forma di concerto, senza scene.
In questa direzione c'è nientemeno che un'affermazione forse un po' criptica dello stesso Wagner che, dopo le esperienze anche di Bayreuth, nei Diari di Cosima, "dice pressapoco così: sono stato responsabile dell'orchestra invisibile e devo alla fine farmi responsabile anche di un teatro invisibile". (cito da Sinopoli, pag.25)

Qui di seguito alcune poche note relativamente appunto al Wagner librettista, scenografo, regista e (last but not least) musicista.

Wagner librettista

Almeno in questo ambito gli allestitori non hanno libertà: le parole scritte da Wagner vanno dette tutte, così come le ha scritte.
E, appunto, come le ha scritte? Un filologo del calibro di Nietzsche ci dice che i testi di Wagner dal punto di vista della filologia e della capacità di rendere attraverso la parola immagini e pensieri non hanno rivali se non in Goethe (vedi Sinopoli, pag.37).

Nei suoi versi non usa la rima, né la regolarità del ritmo, tanto che i suoi amici, sentendolo recitare, restavano perplessi: sembra tutto un recitativo!
In effetti Wagner usa soprattutto l'allitterazione, cioè la ripetizione delle stesse lettere o sillabe in parole vicine, ad esempio:

Garstig glatter
glitschiger Glimmer!


o anche

seh' ich dich stehn,
gangeln und gehn
knicken und nicken,
mit den Augen zwicken:
beim Genick möchte ich
den Nicken Paken,
den Garaus geben
dem garst'gen Zwicker!


Lurida liscia
viscida ghiaia!

      Oro del Reno, scena 1 (Alberich si arrampica)


ti guardo fermo
o traballante e il passo
ti scrocchia e sogghigni,
se ammicchi con gli occhi:
vorrei acchiappare
il ciondolone al collo,
e al lurido seccante
dare l'ultima botta!

      Sigfrido, atto 1, scena 1 (Sigfido a Mime)

Questi due brani (nella traduzione di Franco Serpa) sono fino esagerati come esempi di allitterazione, ma certo questo suo modo di scrivere i testi senza rima e senza metro è diretta conseguenza (o causa? mah...) del suo rivoluzionario modo di risolvere il problema "di come il dramma potesse svolgersi senza interruzione, dal momento in cui su ogni atto si alzava il sipario fin quando esso calava sulla sua conclusione, senza che l'azione venisse di tanto in tanto sospesa per cedere il campo a una pura 'forma' musicale" (qui cito Newman, Wagner Nights, Castelvecchi editore 2013 pag. 405).

Wagner scenografo e regista

...e costumista, tecnico delle luci e degli effetti speciali!

Ricordo anche di sfuggita che Wagner completò modificandolo il progetto di un teatro perché sapeva che le usuali soluzioni tecniche fin'allora adottate non sarebbero state sufficienti per poter rappresentare le sue opere. Infine, sulla scorta di quel progetto, supervisionò personalmente la costruzione del suo teatro a Bayreuth, inaugurato nel 1876 in occasione della prima assoluta del ciclo completo di Der Ring des Nibelungen.

Scenografo

È senz'altro sufficiente a rendere l'idea della precisione del Wagner scenografo la seguente descrizione della casa di Hunding (scena iniziale de La Valchiria):

L'interno di una abitazione. Nel mezzo c'è il tronco di un frassino robusto, le cui radici molto sporgenti si perdono lontano nel suolo; l'albero è separato dalla sua cima da un tetto di legno, in cui sono state tagliate aperture per dare libero spazio al tronco e ai suoi rami estesi in lungo e in largo; della cima frondosa si intuisce che essa si allarghi al di sopra di questo tetto. Intorno al tronco del frassino, che segna il centro, è stata costruita una stanza con pareti di legname rozzamente lavorato da cui pendono qua e là stuoie intrecciate e tessute. A destra sul davanti c'è il focolare il cui camino arriva lateralmente fino al tetto; dietro al focolare si trova uno spazio interno, una specie di dispensa, a cui si sale per alcuni scalini di legno: davanti è stesa mezzo aperta (mezzo aperta!!!) una stuoia intrecciata. Nel fondo una porta d'entrata con semplice chiavistello di legno. A sinistra si va ad una stanza interna salendo per alcuni gradini anche questi di legno; molto più avanti dalla stessa parte una tavola con dietro una larga panca fissata alla parete (fissata alla parete!) e davanti alcuni sgabelli di legno.

Ora, non pretendo che la stuoia sia mezzo aperta o che la panca sia fissata alla parete, ma almeno evitare idiozie del tipo:

In the opening scene, Hunding’s abode was reminiscent of a domestic interior of the 1950’s, suggesting not only the passage of time in Wagner’s narrative, but a present day perspective on pre-war and post-war Germany. While Sieglinde’s housewifely dress, raincoat, and sensible shoes evoked the 1950’s, Hunding’s suit was rather more archaic.

Appunto: un idiota tentativo di attualizzare opere che non ne hanno alcun bisogno!
(E poi: pre-war and post-war Germany nel 1950??? Passi la POST, ma di che PRE-WAR va cianciado costui?)

Per continuare la rapida carrellata, da L'oro del Reno, scena II:
Lentamente le onde si cambiano in nuvole che a mano a mano si schiariscono, e quando finalmente si disperdono del tutto come in una nebbia leggera, appare una aperta pianura su una sommità montana.
ecc...

E da Sigfrido, inizio:
Grotta rocciosa nella foresta [...] Alla parete di fondo, a sinistra, una grande fucina da fabbro, fatta di blocchi di roccia naturali; artificiale è solo il grande mantice: il rozzo fumaiolo attraversa in alto - in modo altrettanto naturale - la volta rocciosa.
ecc...

E dal Crepuscolo degli Dei, Prologo:
Sulla rupe delle valchirie. La prima Norna (la più anziana) si trova sulla destra, sotto i grandi rami dell'abete, al proscenio; la seconda (più giovane) è distesa su una panca di pietra davanti all'antro roccioso; la terza (la più giovane) siede al centro dello sfondo su un tronco di roccia al margine dell'altura.
ecc...

Regista

Sono infinite le indicazioni registiche nelle partiture di Wagner. A titolo di esempio, e tutti questi esempi si esauriscono in uno, due minuti sul palcoscenico:

Da L'oro del Reno, scena I
 - Alberich si arrampica
 - Alberich starnutisce
 - Wogklinde ride
 - Alberich tenta di abbracciarla
 - Woglide gli sfugge
 - Alberich si gratta la testa
 - Woglinde si slancia
 - Alberich scende in fretta
ecc...

Da La Valchiria, Atto II, Scena III
 - Compaiono Siegmund e Sieglinde
 - Sieglinde procede in fretta
 - Siegmund tenta di trattenerla e l'abbraccia con dolce violenza
 - Sielinde selvaggiamente tiene gli occhi fissi
 - Siegmund con cautela la guida verso un sedile di pietra
 - Sieglinde guarda Siegmund negli occhi con crescente rapimento
ecc..

Da Sigfrido, Atto I, Scena III
 - Mime, con voce flebile dietro l'incudine
 - Sigfrido, ridendo
 - Mime venendo fuori atterrito e confuso
 - Sigfrido con furia
 - Mime riprendendosi poco a poco
 - Sigfrido lo afferra
ecc...

Da Il crepuscolo degli Dei, Atto I, Scena III
 - Brunilde balza in piedi
 - Brunilde gridando verso la scena
 - Brunilde si affretta verso l'orlo della rupe
 - Brunilde corre nel bosco, da cui arriva un potente frastuono come un colpo di fulmine
 - Brunilde rientra in grande agitazione con Waltraute
 - Brunilde in felice esaltazione
 - Brunilde abbraccia Waltraute, ma questa cerca di trattenerla con timorosa impazienza
 - Waltraute con impeto
 - Brunilde si accorge con sorpresa della tempestosa agitazione di Waltraute
 - Waltraute cupa
 - Brunilde atterrita
ecc...

OK, sembra che resti ben poco da fare per i registi. E invece non è vero!

Costumista

Qui c'è assai più libertà, ma quando è troppo è troppo! Wotan in completo fucsia che accende una sigaretta a Erda in paiellettes e pelliccia... Erda, la Dea Terra! Erda, che canterà: Il mio sonno è sognare, il mio sognare meditare, il mio meditare governare il sapere. E più sotto Freia, la Dea della Giovinezza, in latex. Buffoni. Buffoni senza storia né cervello. Consolante il pensiero che di costoro nulla resterà, solo un paio di foto in internet, a loro -questa sì, imperitura- vergogna.

Nelle note di Wagner ricordo un abito bianco di Sieglinde, le tenute di guerra di Wotan e Brunilde, il grezzo abito silvestre di Sigfrido e le lunghe vesti scure e leggere delle tre Norne (e guarda qui l'idiota in servizio permanente effettivo che ne fa delle tre Norne! Pure il voodoo tirano in ballo!).

Anche se non è arrivata nella stesura finale del Sigfrido, mi piace riportare la caratterizzazione che Wagner fa di Mime nella prima stesura de Il giovane Sigfrido:

"È piccolo e curvo, un po' deforme e zoppicante. Ha il capo di una grandezza abnorme, il volto di un colorito cinereo cupo, e grinzoso, gli occhi piccoli e pungenti, cerchiati di rosso, una barba grigia lunga e irsuta, è calvo e porta un berretto rosso. Veste una lunga tunica grigio cupo con una larga cintola intorno ai lombi: ha i piedi nudi, protetti da suole rozze e spesse. [...] Ha voce aspra e rauca"

E dopo questa caricatura a tutti gli effetti Wagner ha pure il coraggio di affermare: "Tutto ciò non dovrà in nulla rasentare la caricatura". Misteri del genio...

Tecnico delle luci

Velocemente, senza entrare nei dettagli; solo un paio di esempi:

L'oro del Reno
 - Chiarore verdastro, più luminoso sopra, più scuro in basso
 - Da sopra attraverso le onde penetra un chiarore sempre più vivo [...] che sia accende fino ad irradiare un luminosissimo, abbagliante fulgore d'oro; da lì una magica luce aurea si diffonde nell'acqua
 - Apparizione di Erda in un bagliore azzurro
ecc...

La Valchiria
 - Un chiarore fiammante illumina il bosco di abeti da un lato
 - Ora illuminato da un vivido bagliore di fuoco, mentre il fondo è diventato completamente buio
 - Dalla pietra sfugge un raggio di fuoco che si gonfia fino ad essere un mare di fiamme
ecc...

Sigfrido
 - Notte oscura, fittissima sul fondo, dove l'occhio dello spettatore non può distinguere nulla
 - A destra lampeggia un bagliore azzurrino
 - Appare il chiarore lunare
ecc...

Il crepuscolo degli Dei
 - La luce del giorno, che aveva cominciato da poco a farsi più chiara, giunge ora al massimo splendore e offusca il bagliore del fuoco sullo sfondo
 - Attraverso le nubi appare la luce della luna e illumina sempre più chiara il corteo funebre
 - È notte. I raggi della luna si riflettono sul Reno
ecc...

Tecnico degli effetti speciali

Anche qui, velocemente:

L'oro del Reno
 - "Notte e nebbia e più nessuno" e Alberich scompare in una colonna di nebbia
 - Alberich che si trasforma prima in un drago poi in un rospo
 - Gli Dei che raggiungono il Walhalla camminando su un arcobaleno
ecc...

La Valchiria
 - Le apparizioni di Wotan (erompe da sinistra una fiammeggiante luce rossastra entro cui appare Wotan)
 - I cavalli volanti delle Valchirie
ecc...

Sigfrido
 - Fafner trasformatosi in drago (con l'interprete che canta attraverso una sorta di megafono)
 - L'uccellino del bosco
 - La lotta tra Sigfrido e il drago
ecc...

Il crepuscolo degli Dei
 - La trasformazione di Sigfrido in Gunther
 - L'apparizione di Alberich ad Hagen
 - L'ultima scena, tra il fuoco che arriva fino al Walhalla e il Reno che straripa per permettere alle figlie di riprendere l'anello

Divertente (forse non per Wagner...) la storia del drago. La riporto da The life of Richard Wagner, sempre di E. Newman:

Il drago era una fonte di infinita preoccupazione per lui e per Fricke. Il mostro era stato ordinato a Londra, nessuna ditta in Germania, apparentemente, era in grado di costruire qualcosa del genere. Per un motivo o per un altro è stato inviato a Bayreuth in sezioni, e anche queste erano in ritardo all'arrivo. "Il drago non è ancora arrivato", scrive tristemente Fricke il 29 giugno (1875); "viene dall'Inghilterra, e una parte di esso, la coda, sta ancora nuotando nel Canale". Tre settimane dopo registra che la coda è arrivata; sembra che la bestia completa sarà enorme, ma al momento non ci sono tracce della parte anteriore. La coda, sembra, è capace di una specie di movimento come un bruco, e le setole su di essa sono lunghe un piede. L'Inghilterra doveva fornire anche il grande serpente in cui Alberich si trasforma. Fricke lo chiama "un capolavoro di fantasia e macchinario: apre la bocca, rotea orribilmente gli occhi, e il corpo è coperto da scaglie luminose". Per quanto riguarda il drago di Fafner, la parte centrale ha seguito la coda in poche settimane, ma la testa era ancora mancante quando il 2 agosto (1875) si tenne una prova generale di Sigfrido. Alla fine arrivò la testa, ma senza il collo. Quello, infatti, non è mai arrivato; due anni e mezzo dopo Wagner scriverà che era "ancora perso in una delle stazioni tra Londra e Bayreuth". Alla performance la testa e il corpo del drago furono uniti insieme alla bell'e meglio, con lo sfortunato risultato che i critici antipatici lo hanno trovato comico. Era costato a Wagner 500 sterline.

Non posso fare a meno di domandarmi cosa avrebbe potuto fare Wagner avendo a disposizione i mezzi di, che so, Steven Spielberg, James Cameron, George Lukas. E questo assolutamente non per criticare questi ultimi, anche loro veri creatori a differenza dei pagliacci di cui sopra che, incapaci d'altro, imbrattano dei capolavori con le loro puzzette.

Musicista

Il discorso sarebbe lungo e qui mi limito ad un succinto elenco:

  • La rivoluzione nella forma dell'opera: non esistono forme chiuse (arie, balletti, concertati): l'azione è continua e la musica non prende mai il sopravvento. È il suo sogno di opera d'arte totale, sintesi di poesia, musica, scena e dramma.
  • L'introduzione sistematica dei Leitmotive: motivi conduttori che, più che personaggi od oggetti, caratterizzano momenti e situazioni psicologiche, riuscendo a dare all'opera nel contempo una unità ed una varietà di significati quale mai si era vista prima.
    Unità e varietà: il motivo ritorna in concomitanza all'apparizione, al riferimento o all'evocazione (anche inconscia) di un personaggio o di un oggetto, ma non è uguale ogni volta: viene trasformato, a volte stravolto, in relazione al momento in cui compare. Nella sezione dedicata ai Leitmotive ( vai ) farò alcuni esempi di questo utilizzo.
  • Una nuova tensione armonica che nei suoi lavori tende all'estremo i fino allora consolidati rapporti tonali che hanno costituito la sintassi della musica fin dai tempi di Monteverdi. Pensando al Tristano e Isotta mi azzardo a dire che Il crepuscolo della musica tonale è ormai avviato.
  • L'enorme ampliamento dell'orchestra. Questo l'impressionante organico de L'oro del Reno:
    • 16 violini primi, 16 violini secondi, 12 viole, 12 violoncelli, 8 contrabbassi
    • 3 flauti e 1 ottavino; 3 oboi e 1 corno inglese; 3 clarinetti e 1 clarinetto basso; 3 fagotti
    • 8 corni che suonano anche 2 tube di Wagner in SI bemolle e 2 tube di Wagner in FA; 3 trombe e 1 tromba bassa; 4 tromboni (due tenori, un basso e uno contrabbasso in Fa); 1 tuba
    • 8 timpani, grancassa, piatti, triangolo, tam-tam, 18 incudini, macchina del tuono
    • 7 arpe
  • La finissima ricerca timbrica, causa di questa enorme orchestra (chissà quanto si sarebbe divertito con un moderno sintetizzatore).

Mi impressiona il fatto che tutto questo sia risultato di uno studio autonomo: Wagner (come Bach prima di lui) è stato un autodidatta! Che ci sia del vero nell'affermazione di Gibbon: "Il potere dell’istruzione è raramente di grande efficacia eccetto che in quei felici casi nei quali è praticamente inutile"?





Manoscritto di Wagner con alcune battute dall'Oro del Reno
Manoscritto di Wagner con alcune battute dall'Oro del Reno
Ad esempio, ma questo è davvero complesso: sarebbe estremamente interessante riuscire a rendere in scena le sfumature che in musica si avvertono quando in momenti differenti vengono riproposti modificati anche di molto temi già sentiti in precedenza.
Più semplice invece dovrebbe essere come riuscire a non banalizzare trovate come l'oro del Reno che illuminandosi trasfigura la scena iniziale. O il volo delle Valchirie. O la lotta di Sigfrido col drago. O la fantastica scena finale del rogo di Sigfrido e Brunilde, col Reno che straripa e il fuoco che giù scema ma sale ad invadere il Walhalla.

Credo che senza tirare in ballo ambientazioni moderne o semplicemente assurde (roba tutto sommato estremamente facile da realizzare e di banalissimo effetto) il risolvere questi problemi sarebbe veramente un lavoro registico di tutto rispetto.
A essere onesti ho anche cercato di approfondire questi tentativi di attualizzazione, ma quando mi imbatto in farneticazioni tipo:
Cassiers e il suo gruppo di lavoro interpretano il Ring come una storia drammatica del nostro ordine globale del mondo, in cui il potere reale è nelle mani di coloro che controllano, manipolano e distribuiscono immagini e informazioni.
per arrivare a dire, a proposito del Siegfried:
[...] la foresta, come apparirà chiaro nella seconda parte del secondo atto, non è altro che una raccolta di dati, codici, leggi... non diversamente dall'universo di Matrix. La realtà è un'illusione creata da un computer.
Erwin Jans, nella presentazione del Ring alla Scala di Milano, giugno 2013, regia e scene di Guy Cassiers

Dico, magari è anche vero che la realtà sia un'illusione creata da un computer, ma cosa accidenti c'entra con Wagner? Ed ad ogni modo, esagero a dire idiota? Davvero esagero? Allora guardate qui:

L'oro del Reno in una stazione di servizio.
Le Valchirie come soldati tedeschi fine ottocento (seconda foto nella pagina).
E questo sarebbe il drago in Sigfrido? OK, non pare un tentativo di attualizzazione. È solo quel che sembra: una ca..ata pazzesca.
Brunilde in automobile nel Crepuscolo degli Dei. Chissà se farà benzina nella stazione di servizio de L'oro del Reno...
Cosima, figlia illegittima di Franz Liszt e moglie del pianista e direttore d'orchestra Hans von Bülow, dopo una relazione con Wagner durata 7 anni (con tre figli illegittimi) lo sposerà nel 1870, lei trentatreenne lui cinquantasettenne.
Per Bayreuth Wagner, tra le altre innovazioni, aveva progettato e poi realizzato una buca (il cosiddetto golfo mistico) che doveva celare l'orchestra agli occhi del pubblico.
Rinuncio a priori ad un qualunque tentativo di scrivere una biografia di Wagner: chi vuole trova in internet tutte le informazioni che desidera. Annoto solo che nacque a Lipsia il 22 maggio 1813 e morì quasi settantenne a Venezia il 13 febbraio 1883.

Non parlerò neppure del Wagner saggista, e ci sarebbe anche qui da dirne: tra gli oltre suoi quaranta lavori, mi limito a citarne tre scritti tra il 1849 e il 1851, proprio nel periodo nel quale era intento a scrivere i poemi da cui avrebbe tratto il ciclo L'Anello del Nibelungo: Arte e rivoluzione, L'opera d'arte dell'avvenire e Opera e dramma, nei quali tentava di chiarire -in primo luogo a se stesso- il 'problema' dell'opera moderna.
Ma non solo di musica scrisse; vedi ad esempio: L'uomo e la società attuale, Arte e clima, Stato e religione, L'età eroica e il Cristianesimo ecc. La morte lo colse mentre era intento a scrivere Sull'elemento femminile nella specie umana, rimasto incompiuto. C'è poco da girarci intorno: Wagner è stato un vero genio. Magari controverso, ma genio davvero.
Richard Fricke (1818-1903). Maestro di ballo alla corte ducale di Dessau. Amico, confidente e valido collaboratore di Wagner durante l'allestimento della prima rappresentazione completa dell'Anello a Bayreuth (13, 14, 16 e 17 agosto 1876).
Wagner non ha mai usato questo termine: parlava di Grundmotive o di Hauptmotive (motivi fondamentali o principali).
Nel mio piccolo userò indifferentemente Leitmotive, motivi o temi.
Nel Sigfrido e nel Crepuscolo degli Dei dice a proposito del corno inglese:
Invece del corno inglese, che è troppo debole per gli effetti desiderati, il compositore ha fatto costruire un 'oboe alto', che vorrebbe sempre vedere come sostituto del corno inglese nei suoi spartiti.

Oltre a questo 'oboe alto' Wagner ha introdotto le 'tube wagneriane', strumento che più che con le tube ha similitudini con il corno.
Quindi, oltre a tutto il resto, anche inventore di nuovi strumenti musicali.

Secondo il documento più attendibile di cui siamo a disposizione, e cioè una lettera di uno dei figli, non risulta che Bach abbia avuto dei maestri di composizione nel vero senso della parola.
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Edward Gibbon (1737-1794), storico e scrittore inglese. Famoso il suo Storia della decadenza e caduta dell'impero romano cui perfino Isaac Asimov si ispirò per la sua Trilogia galattica.
La citazione di Gibbon sull'istruzione la devo a Richard Feynman (1918-1988), premio Nobel per la fisica nel 1965 per l'elaborazione dell'elettrodinamica quantistica. Dopo aver insegnato fisica si era detto insoddisfatto dei risultati, da qui la citazione di Gibbon.