Johann Sebastian Bach
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Johann Sebastian Bach - Vita

Lipsia II (1727-1736)

Director Musices

Il periodo che ho (arbitrariamente, sia chiaro) identificato come quello del Director Musices (e forse avrei anche potuto dire Capellmeister) comincia forse anche un po' prima nell'animo di Bach: è con piacere che il primo novembre 1726 vediamo pubblicata la prima delle Partite per Clavicembalo (BWV 825)
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, che usciranno più o meno regolarmente fino al 1731, per comporsi infine nell'OPUS I di Bach, la Clavier Übung (Esercizi per tastiera), parte prima. Bach lascia passare il dicembre 1726 senza neppure una nuova cantata per Natale, avrà diretto un'opera di qualcun altro, o una replica di una sua cantata. Scrive invece una nuova cantata profana (Dramma per Musica, si chiamavano), eseguita l'11 dicembre 1726 in onore di un professore dell'università: si tratta di Vereinigte Zwietracht der wechselnden Saiten (BWV 207), nella cui marcia iniziale dobbiamo riconoscere che il nostro non deve imparare proprio niente neanche da Händel
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. Tra parentesi, anche in questa cantata profana Bach riutilizza un tempo di un suo concerto, il Primo Brandenburghese.
Nella primavera del 1727, limite che ho arbitrariamente eletto a termine dell'attività di Cantor, venne in visita a Lipsia, seconda città della Sassonia dopo la capitale Dresda, il Duca ed Elettore di Sassonia, Federico Augusto I che era anche Re di Polonia col nome di Augusto II, detto Augusto il Forte, di religione cattolica (ma era protestante prima di diventare Re della cattolica Polonia, nel 1698). In suo onore Bach compose e diresse due opere, finalmente rivestendo i panni del Capellmeister che mai aveva smesso di essere: prima una serenata eseguita in presenza del Sovrano il 12 maggio, suo compleanno, la cui musica è andata perduta ma il cui successo e splendore dell'esecuzione rimasero nella storia della città se ancora nel 1745 ci si ricordava di quella serata alla quale era presente anche Leopold di Cöthen. La seconda opera dedicata ad Augusto il Forte, ormai già partito da Lipsia, fu eseguita per il suo onomastico il 3 agosto 1727, ed è anch'essa perduta.
Il mese seguente, il 5 settembre, morì la moglie di Augusto il Forte (separata di fatto dal marito, poiché non volle farsi cattolica) e, come pure era successo per la Serenata del maggio, l'Università di Lipsia affidò a Bach il compito di solennizzare l'evento con una musica adeguata (e con rabbia del Direttore musicale ufficiale dell'Università, Görner, già citato). L'opera (Lass, Furstin, lass noch einen Strahl, BWV 198
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, fece scalpore, sia per "la musica, composta dal Capellmeister della corte di Anhalt-Cöthen e locale Cantor signor Bach" che per l'apparato scenografico, come si legge nelle cronache. Avete notato che l'appellativo di Capellmeister precede quello di Cantor, anche nella cronaca - qui gli Annali di Lipsia del Sicul, 1728 - e non solo nell'animo di Bach, cosa che per alcuni potrebbe essere opinabile? Vedremo questa priorità, diciamo 'oggettiva', del Capellmeister anche in seguito. Spero di non annoiare nessuno con l'insistenza su questo punto, ma bisogna scardinare la falsa immagine del Bach 'Cantor', in quanto egli non lo fu praticamente mai. Tale falsa immagine si è imposta a causa dell'erronea lettura della sua vita perpetrata fin qui da sedicenti studiosi; deve venir spazzata via, insieme ad altre falsità, in particolare quelle che dipingono Bach come un vinto. Non è vero, e lo stiamo per vedere.

Bach non potè non osservare come a queste opere profane seguisse una grande eco, negata invece ad un capolavoro come la Passione secondo San Matteo, da poco eseguita. È però evidente che "il silenzio sulla Passione non discende da freddezza verso Bach, la cui fama si stava estendendo, ma dall'indifferenza che circondava le musiche da chiesa, a cui neppure un insolito capolavoro portava rimedio. Quando Bach ne fu convinto, l'incostante musicista di chiesa che c'era stato in lui si estinse. Rimase il funzionario che, in attesa della fuga, cui anelava, cercava di guadagnarsi lo stipendio col minore dispendio di energie possibile" (Buscaroli, p. 772-3).
Forse Bach, convinto di aver 'domato' il Consiglio dopo queste grandiose esibizioni, si ritrae sempre più da un'attività che non ama: tra il 1727 e il 28 è a Cöthen, forse con una cantata per il Capodanno (resta un pagamento a suo nome, di 24 talleri). La prima cantata del 1728 a Lipsia deve attendere il 5 giugno, ed è profana, commissionata da un ricco commerciante per le nozze della figlia. Anche questa è perduta: in effetti, gran parte della produzione profana di Bach è perduta; nessuno crede più a intere annate di musica da chiesa svanite nel nulla, mentre sono ben documentate le perdite di musiche per le più svariate occasioni mondane: ne abbiamo appena incontrate alcune, ed altre ancora ne troveremo.
E Bach è nuovamente a Cöthen nell'agosto del 1728, dove si "parla del 'Capellmeister principesco, di qui', segno che la presenza di Bach a Cöthen era rimasta viva, rinfrescata da ritorni più frequenti che noi sappiamo" (Buscaroli, p. 785). E a Cöthen muore, il 19 novembre 1728 il principe Leopold, non ancora trentaquattrenne quando, al ritorno da un viaggio, trovò morti i suoi due bambini. Crepacuore, si diceva allora... Bach partecipò alle esequie solenni a Cöthen il 24 marzo dell'anno seguente con una grandiosa musica funebre, che utilizzava parti della cantata scritta per la morte della moglie di Augusto il Forte e molti brani della Passione secondo San Matteo, alcune tra le musiche sue più belle.
Con la morte di Leopold cade il titolo di Capellmeister di Cöthen, ma subito la corte di Weissenfels gli concede lo stesso titolo, dal febbraio del 1729, in occasione del solito viaggio di Bach presso quella corte, per il compleanno del Duca. Inoltre Bach assume, poco dopo, la direzione del Collegium Musicum di Lipsia, fondato da Telemann nel 1704, finalmente un'orchestra completa e formata da buoni elementi. Negli anni tra il 1729 e 1740, svuotati dalle musiche per la chiesa, Bach dovette dedicare "la maggior parte del suo tempo alla direzione di concerti pubblici con frequenza settimanale, e in altre occasioni, e a comporre e adattare per questi musiche proprie e di altri autori" (Neumann, citato da Buscaroli, p. 791). Il Collegium Musicum diventerà sotto la direzione di Bach la più importante istituzione musicale di Lipsia. È del 1729, senza ulteriori precisazioni di data e di occasione, uno dei capolavori profani di Bach, il Dramma per Musica Geschwinde, ihr wirbelnden Winde (BWV 201)
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, un'altra di quelle opere che Bach non riuscirà a parodiare per la chiesa, tanto profane sono: in questo frammento
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, sulla parola "Ohren" (orecchie), poiché il personaggio che la pronuncia si merita le orecchie d'asino, si sentono i violini che ne imitano il raglio!

Evidentemente in tutti questi anni Bach in chiesa eseguiva (e, più spesso, faceva eseguire dai cosiddetti prefetti, cioè da suoi sostituti) opere di altri autori o repliche di suoi lavori. Ma il Consiglio era poi effettivamente 'domato'? In realtà, no: i motivi di lagnanza si vanno sommando (e possiamo ben immaginarcelo: spesso fuori sede, quando è a Lipsia dirige il Collegium, a scuola non fa quasi nulla e non compone quasi più niente per la chiesa: ma che razza di Cantor ci siamo presi in casa? dovettero chiedersi più di una volta i consiglieri). E nell'agosto del 1730, durante una seduta per la nomina del nuovo rettore della scuola di S. Tommaso, morto il precedente nell'ottobre dell'anno prima e che Bach aveva onorato con un mottetto (Der Geist hilft unsrer Schwachheit auf, BWV 226
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), i consiglieri si decidono: alla prima occasione ridurranno lo stipendio a Bach. E Bach cerca di andarsene: figurarsi, toccarlo nello stipendio! È proprio dell'ottobre 1730 la sua lettera all'amico di infanzia Georg Erdmann, ora diplomatico a Danzica presso l'Impero russo. Scrive, tra l'altro (riprendo da Buscaroli, p. 844-5):

I miei Fata Le sono perfettamente noti dalla giovinezza fino alla Mutation che mi condusse come Capellmeister a Cöthen. Qui ebbi un Principe affabile e non soltanto amatore, ma intenditore di musica, presso il quale avrei voluto vivere fino alla fine dei miei giorni. Ma poi accadde che il suddetto Serenissimus si sposò con una principessa di Bernburg, dopo di che ebbi l'impressione come se l'inclination musicale cominciasse nel suddetto Principe a intiepidirsi, tanto più che la nuova Principessa pareva essere amusa: così piaque a Dio che fossi vociret in questa città come Director Musices e Cantor della Thomasschule. Benché da principio non mi paresse affatto decoroso scendere da Capellmeister a Cantor, ragion per cui tirai per le lunghe nella decisione per un quarto d'anno, tuttavia questa Station mi fu descritta in modo talmente favorable, che alla fine (tanto più pensando ai miei figli, che sembrano portati agli studi) mi feci coraggio in nome dell'Altissimo. Venni a Lipsia, passai l'esame e accettai la nuova situazione nella quale, per volontà di Dio, tuttora mi trovo. Ma siccome ora: 1) trovo che questo servizio è di gran lunga meno attraente di come mi era stato descritto, 2) molti Accidentia di questa Station vengono a mancare, 3) il luogo è molto caro, e 4) le autorità sono bisbetiche e poco amanti della musica, e perciò mi tocca di vivere in mezzo a quasi costanti alterchi, gelosie e persecuzioni, mi vedo infine costretto, con l'aiuto dell'Altissimo, a cercare la mia Fortun altrove.



Altro che luterano di ferro e Cantor a vita come lo vorrebbero i suoi pestiferi biografi (evidentemente ignoranti, o in malafede): a vita Bach - e lo dice lui stesso, e lo abbiamo appena letto - sarebbe volentieri restato a Cöthen, tra i calvinisti, a comporre concerti e musica da camera, senza scrivere neppure una riga di musica per la chiesa! È diventato Cantor a contraggenio, e dopo 7 anni vuole scappare! Purtroppo non riuscirà a trovare un altro posto, ma fortunatamente proprio nell'agosto di quel 1730 viene eletto rettore della scuola di S. Tommaso J. M. Gesner, filologo e grande riformatore degli studi classici, che Bach conosceva dai tempi di Weimar. "Per la prima e forse sola volta nella vita di Bach, si dette il caso, rarissimo nella storia del lavoro umano, di un superiore gerarchico che, riconoscendo in un sottoposto una natura e doti fuori del comune, si adoperò per rendergli meno duro l'adattamento necessario alla vita comune" (Buscaroli, p. 850). Nei quattro anni di rettorato di Gesner non ci sono grandi problemi con il Consiglio, le cui ire dovettero venire smussate dal nuovo rettore.

Nel 1731 Bach completa le sei Partite per clavicembalo e le pubblica nell'OPUS I, la Clavier Übung (Esercizi per tastiera), parte prima
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, come già detto all'inizio di questa pagina, e delle quali riproduco in nota il frontespizio per farne osservare la firma: sotto il nome leggiamo 'Hochfürstl: Sächsisch-Weisenfelsischen würcklichen Capellmeistern und Directore Chori Musici Lipsiensis'. Niente Cantor, ma piuttosto la reiterazione (con quel 'würcklichen', cioè 'effettivo') del titolo che più gli premeva: Capellmeister.
A settembre dello stesso anno tiene un concerto d'organo a Dresda dove assiste anche alla prima rappresentazione della Cleofide di Hasse, operista e direttore musicale di corte che, insieme alla moglie, nota cantante, guadagna qualcosa come 12.000 talleri l'anno, circa 17 annualità di Bach! Mica male essere alla moda, allora come ora: unico pegno, la mancata immortalità... chi è oggi Hasse di fronte a Bach? Attenzione, però: non si deve credere che quelli di Hasse e della moglie fossero degli stipendi 'normali': normale era lo stipendio di Bach, che nella lettera a Erdmann dice di guadagnare 700 talleri l'anno, e la stessa cifra guadagnava Telemann ad Amburgo. Sono gli Hasse che guadagnano 'troppo', un po' come alcuni calciatori o attori di oggi.

Almeno dal 1732, con il Collegium Musicum, vediamo Bach impegnato in un'attività che difficilmente riusciamo a conciliare con l'immagine (non per niente falsa) del pio Cantor, trotterellante tra ombrose navate, per usare una simpatica espressione di Buscaroli: il Collegium si esibiva settimanalmente (due volte alla settimana durante le fiere) nei Caffè eleganti di Lipsia, nati ad opera di un intraprendente imprenditore, tal Gottfried Zimmermann, che si arricchì offrendo la bevanda, che allora era una vera novità, alla nascente borghesia lipsiense. Che il caffè fosse qualcosa di speciale è testimoniato anche dal fatto che lo stesso Bach scriverà su questa nuova moda una cantata, detta appunto del caffè (BWV 211)
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, uno dei più decisi accostamenti di Bach all'opera buffa.
Non si sa se i vari concerti per clavicembalo siano nati per queste occasioni o se siano trascrizioni di precedenti lavori di Cöthen, come molti studiosi pretendono: certo è che vennero eseguiti in queste occasioni, insieme ad opere di altri autori e di cui nulla sappiamo perché i programmi di quei concerti sono tutti persi. Sentiamo qualcosa per uno
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, due
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, tre
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, fino a quattro
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cembali (quest'ultimo trascritto dal concerto Op. 3, N. 10 di Vivaldi), dove Bach avrà suonato e diretto, presumibilmente assai soddisfatto, insieme ai suoi tre figli (e di Maria Barbara), tutti formidabili cembalisti: Wilhelm Friedmann, Carl Philipp Emanuel e Johann Gottfried Bernhard. Con questi concerti Bach svincola del tutto il clavicembalo dal suo normale ruolo subalterno di realizzatore del basso continuo, continuando la strada aperta col Quinto Brandenburghese e che sfocerà nel concerto per pianoforte e orchestra. Restano 14 di questi concerti che, sinceramente, mi sembrano pochi per un impegno così costante col Collegium Musicum: non ho alcuna certezza in merito, ma mi sembra ragionevole pensare che molti simili concerti, magari trascrizioni di opere sue o di altri autori, siano andati persi.

Nel febbraio del 1733 muore Augusto il Forte e suo figlio gli succede sia come Elettore di Sassonia (col nome di Federico Augusto II) che come Re di Polonia (l'anno seguente, col nome di Augusto III. Mi scuso per la confusione di tutti questi Augusti ma, converrete, non è poi colpa mia...). Bach, forse consapevole che il supporto del rettore Gesner non potrà difenderlo per sempre dal Consiglio (e infatti Gesner lascerà Lipsia nell'autunno del 1734) e presumibilmente alla ricerca di un prestigioso riconoscimento 'mondano' alla sua attività di compositore, cerca di farsi rilasciare il titolo di Capellmeister regio presso la corte di Sassonia a Dresda e comincia una raffica di composizioni ed esecuzioni in onore della famiglia del nuovo Sovrano: inizia con una Messa, composta dalle due parti iniziali (il Kyrie
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e il Gloria) di quella che diventerà la splendida Messa in si minore, dedicata al nuovo Sovrano il 27 luglio 1733. Proprio nella dedica di questo lavoro Bach chiede il titolo presso la Cappella di Corte, e poi continua con una notevole quantità di lavori a solennizzare ogni possibile evento della famiglia reale: il 3 agosto dello stesso anno scrive un Dramma per Musica (perduto) per l'onomastico di Augusto, il 5 settembre un altro per il compleanno di suo figlio, Lasst uns sorgen, lasst uns wachen (BWV 213)
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, l'8 dicembre un altro per il compleanno della moglie, Tönet, ihr Pauken! Erschallet, Trompeten (BWV 214)
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, il 19 febbraio 1734 un altro (parodia del BWV 205) per l'incoronazione di Federico Augusto II a Re di Polonia, il 3 agosto dello stesso anno un altro (perduto) per il suo onomastico e infine, il 5 ottobre 1734, un altro, Preise dein Glücke, gesegnetes Sachsen (BWV 215)
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, particolarmente importante perché il Sovrano è a Lipsia, ad assistere a questa Serata Musicale (tra parentesi, anch'essa commissionata a Bach dall'Università). Anche di questa serata restano cronache che parlano ammiratissime della musica composta dal "Signor Capellmeister Bach". Capellmeister, non Cantor. Ma il titolo 'ufficiale' non arriva. Bach è e rimane Capellmeister della Corte di Weissenfels, e come tale si firma, il 13 agosto 1735, quando esce la II parte della Clavier Übung, le cui due parti - il Concerto Italiano (BWV 971) e l'Ouverture Francese (BWV 831) - devono essere riscritture di opere di Weimar (ne avevamo già parlato, ricordate?), ma sembra non riesca a fregiarsi del titolo, ben più importante, di Capellmeister della corte di Sassonia, fosse anche solo virtuale. Dovrà attendere fino al 1736 quando, dietro presumibile interessamento dell'importante ambasciatore dell'Impero Russo in Sassonia, il barone von Keyserling, grande ammiratore di Bach (e futuro committente delle Variazioni Goldberg), a Dresda dal dicembre del 1733, riuscirà nell'intento. È del 19 novembre del 1736 il bramato titolo: d'ora in poi la firma di Bach sarà quella di Compositore della reale maggior Cappella di corte di Polonia, oltre che quella di Director Musices di Lipsia.
Questo titolo arriva per Bach appena in tempo: dopo la partenza di Gesner dal rettorato della scuola di S. Tommaso nell'autunno del 1734 sono incominciati tempi grami per il nostro: il nuovo rettore è un essere piuttosto sgradevole e non si perita (forte anche del fatto che Bach è assai manchevole come Cantor) di minare l'autorità del sottoposto. È appunto del 1736 la cosiddetta 'lite sui prefetti', durante la quale il rettore (tal Ernesti) e Bach si sfidano a vicenda per la nomina dei prefetti, di coloro cioè che dovevano coadiuvare il Cantor nell'esecuzione delle musiche per la chiesa e che Bach, evidentemente in altre faccende affaccendato, teneva a nominare lui, scegliendoli tra gli allievi migliori. Ernesti nomina invece un suo preferito (un 'cane mascalzone' nelle parole - raramente misurate - di Bach), e arriva a minacciare gli studenti che avessero invece obbedito a Bach. La faccenda potrebbe degenerare, ma Bach ora ha una sorta di protezione superiore, e la fa valere: "dal momento in cui fu concesso il Praedicat di corte, la guerra civile tra le due ali della Schule scompare dai documenti, s'inabissa. Così come s'inabissa Bach, nei doveri che sente verso se stesso e, ormai si può dirlo, verso la posterità. La rarefazione delle sue presenze nelle carte ufficiali non è segno di 'emarginazione', ma di vittoria. Semplicemente, Bach ha ottenuto quel che voleva. La tranquillità dello stipendio, senza la controprestazione che detestava" (Buscaroli, p. 934). Secondo me, esagera perfino: "a tal segno trascurò i suoi doveri d'insegnante, che nel 1740 si rese necessaria l'assunzione di un professore di teoria musicale" (Geiringer, citato da Buscaroli, p. 983).

In questi anni di liti con i superiori e di rincorsa al titolo regio, Bach trova anche il tempo di allestire un grande ciclo di Cantate per il Natale del 1734, il cosiddetto Oratorio di Natale (BWV 248), che però non sposta di una virgola quanto detto circa il suo poco interessamento alle musiche da chiesa: tale Oratorio è infatti in gran parte ricavato dalle raffica di cantate dedicate in questo stesso periodo alla corte di Sassonia: ad esempio, tutti i brani che poco fa abbiamo ascoltato dedicati alla famiglia reale vengono in questo Oratorio utilizzati in onore di Gesù bambino con l'aiuto (almeno una volta lo devo citare) del fedele 'librettista' che a Lipsia tante volte si incaricò di 'scrivere dentro' a musiche già utilizzate con altri testi: C. H. Henrici, detto Picander. È inoltre onestamente difficile non riconoscere una forte impronta profana nel coro di apertura
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di questo Oratorio, preso di peso dal Dramma per Musica (BWV 214) eseguito l'anno prima per il compleanno della moglie del Sovrano, ed evidentemente nato sulle parole originali "Risuonate timpani, squillate trombe!" e al quale l'"Esultate, giubilate! Su, lodate questi giorni!" della successiva versione di chiesa non mi sembrano stare proprio a pennello, che ne dite?

A suggello del 1736, l'anno che vede finalmente Bach "Compositore regio", c'è un terzo concerto d'organo a Dresda, il primo dicembre, con esito strepitoso. Per questi concerti come pure per i collaudi d'organo (cito qui solo quello di Cassel, nel settembre del 1732, ad opera del "Capellmeister Bach di Lipsia", e non del Cantor...) Bach avrà utilizzato, e in parte riscritto, opere già nate a Weimar e riviste in seguito, come ad esempio il Preludio e fuga in si minore (BWV 544)
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Frontespizio della 'Clavir Ubung' OPUS I
Almeno fino alla loro sistemazione: Wilhelm Friedmann andrà nel giugno del 1733 come organista a Dresda, Carl Philipp Emanuel nel 1738 a Berlino, presso la corte di Federico che diventerà il Grande di Prussia e Johann Gottfried Bernhard nel 1735 organista a Mühlhausen (fu un po' uno sbandato questo figlio, e morirà a soli 24 anni nel 1739).
Beh, in effetti degenera: il 13 agosto 1736 Bach interrompe addirittura una funzione sacra, urlando per far cacciare il 'cane mascalzone' che stava dirigendo il coro (al suo posto, va detto...). Infatti, la domenica successiva, "Bach dovette dirigere i Motetta di persona. Cosa che espose, nel quarto dei suoi memoriali, quel giorno stesso, senza rendersi conto di quanta soddisfazione una simile ammissione avrebbe provocato negl'irresponsabili parrucconi del Consiglio, che, di tutta quella grave situazione, avrebbero colto soltanto il particolare, per loro gustosissimo, del Cantor costretto, finalmente, a fare il lavoro per cui lo pagavano" (Buscaroli, p. 928).